Giovanissimo Adam, (all'anagrafe Luca Oian) arriva all'appuntamento col suo primo album, autoprodotto dal titolo "2.0"
Giovanissimo Adam, (all'anagrafe Luca Oian) arriva all'appuntamento col suo primo album, autoprodotto dal titolo "2.0". L'esperimento appare alquanto coraggioso, muovendosi in un settore, quello dell'elettronica, mai troppo sfruttato in Italia, soprattutto per la diffidenza dei canali promozionali in esso.
La cosa è ovviamente un peccato, se si pensa a quanti artisti mondiali fanno di questo stile, capace di rinnovarsi di continuo, la spina dorsale della loro carriera; Così vorrebbe il giovane Adam, approcciandosi in maniera devota e sufficientemente convincente al genere, creando di suo pugno le dieci tracce che compongono "2.0" non senza comunque qualche ingenuità. Musicalmente il disco è fresco, con evoluzioni intelligenti tutte figlie del synth, e con evidenti riferimenti agli anni 80 tra cui emergono "Diamante" che sembra uscita dagli lp ( all'epoca si chiamavano così!) di Alberto Camerini; Decisamente più 90 "Le mie note nuove", che ricorda invece per sensazione i brani di quei dj che decidevano poi di sfondare nelle classifiche pop.
Se le basi catturano più di un'attenzione non è tuttavia così per i testi, leggerissimi e filoadolescenziali, come in "Sei mesi d'amore", con l'eterna rima amore/cuore, o come "sei l'estate , la primavera che chiude l'inverno" frase cantata all'interno di "La creazione di Adamo" che risulterebbe vecchia anche in bocca a Gigliola Cinquetti!
Ma le critiche che si possono muovere ad un progetto del genere sono davvero fini a se stesse, essendo "2.0" orfano di un'etichetta importante, di investimenti economici e anche di un'equipe di lavoro, che apporti consigli e correzioni. Il progetto conosce soltanto un genitore in Adam e pertanto mi pare già cosa ben fatta per un ragazzo giovane, che da qui può solo partire e migliorare.